venerdì 6 dicembre 2013

Memorie di "plongeur"

Jimmy jazz...sigaretta sempre accesa, gli occhi semichiusi a testimoniare chissà quali pensieri, le mani callose sempre bagnate.

Un grembiule a jimmy jazz dura poco, prima lo sporca poi lo bagna e ancora come a picchiarlo gli tira I lembi per fasciarsi stretto. Le pentole sempre lucide, I piatti in riga prima lavati, poi asciugati e le posate che brillano lustrate ad alcol e gomito.

Jimmy jazz che durante le pause di lavoro si annoia. Prima che chiudessero I cinema lo vedevi allo spettacolo del pomeriggio poi....in camera a leggere. No, I libri non fanno per lui, lui adora le figure, magari di finte lotte di greco/romana tra sessi diversi e possibilmente a corpo nudo.

Jimmy jazz che qualsiasi cosa gli chiedevi, faceva. Jimmy jazz che voleva farti credere di essere un duro e girava con un coltello a scatto che nemmeno ken della barbie ne avrebbe avuto paura.

Jimmy jazz che non aveva famiglia, anzi l'aveva ma senza coraggio tanto che I caraventini lo avevano svezzato. Jimmy jazz che comincia a bere come una spugna e crede di reggere con quel fisichetto che ha. Jimmy jazz che passano gli anni e piano piano gli si gonfia il collo. Credi che sia una parotite o qualche stupidata e te lo ritrovi operato in gola con poche prospettive.

Jimmy jazz che davanti a te sorride per l'ultima volta mentre tu piangi senza farti vedere.

Jimmy jazz che ti aspetta ogni due novembre con la sciarpa dell'inter che balla al vento e la sua bella croce di legno e tu che gli racconti di quello che succede e........ quanto ti manca

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