venerdì 16 gennaio 2015

Gli occhi assonnati, stanchi.
 Alzarsi comporta movimenti che il tempo ha reso difficili.
La schiena sembra parlarti ma tu non ascolti, le braccia tirano dai gomiti......non ti ricordi più a che punto sei arrivato nella lettura del libro, e stai ancora pensando a chi era quello che ti ha salutato stamattina.....sembra ieri che scendevi dalla moto tutto infangato, o che giocavi a pallone nei giardini fino a tardi; le lezioni a scuola e le poesie che fluivano veloci e sicure come i tuoi pensieri e i  nomi dei tuoi amici che recitavi come un rosario.
La tua faccia davanti allo specchio si diverte a guardarti, piccola cresta, orecchino e pizzetto non servono a nasconderti; sopra gli occhi piccole rughe ti salutano, il bianco è il colore che comincia a giocare con quella specie di lanuggine che ogni tanto cerchi di tagliare.
 Ti vedi seduto sopra una panchina , stai parlando con un numero cinque e chiacchierando lo senti raccontare di quando correva nei giardini o girava in bicicletta o della prima fidanzatina, poi di quando un treno lo scarrozzava per paesi distanti vestito di grigioverde, oppure ad assaggiare vini, o bruciare padelle...e mentre parla lo vedi che continua a guardare l'orologio, impaziente....."aspetta qualcuno?"una domanda che come risposta ha un altro numero cinque che si avvicina e si siede tra te e lui.
I nomi non servono, sai che sono lì a raccontarsi  storie, viaggi, sensazioni che ti sono appartenuti e che oggi ricordi, senza rimpiangerli, sai che le presentazioni sono inutili, sono due numeri, due cinque, uguali, si alzano, e un tappo salta nell'aria, la bottiglia di sogni e speranze versa nel bicchiere strette di mano e parole......un calice al vento,   cinquantacinque.......e sorrido.....