Gli occhi assonnati, stanchi.
Alzarsi comporta movimenti che il tempo ha reso difficili.
La schiena sembra parlarti ma tu non ascolti, le braccia tirano dai gomiti......non ti ricordi più a che punto sei arrivato nella lettura del libro, e stai ancora pensando a chi era quello che ti ha salutato stamattina.....sembra ieri che scendevi dalla moto tutto infangato, o che giocavi a pallone nei giardini fino a tardi; le lezioni a scuola e le poesie che fluivano veloci e sicure come i tuoi pensieri e i nomi dei tuoi amici che recitavi come un rosario.
La tua faccia davanti allo specchio si diverte a guardarti, piccola cresta, orecchino e pizzetto non servono a nasconderti; sopra gli occhi piccole rughe ti salutano, il bianco è il colore che comincia a giocare con quella specie di lanuggine che ogni tanto cerchi di tagliare.
Ti vedi seduto sopra una panchina , stai parlando con un numero cinque e chiacchierando lo senti raccontare di quando correva nei giardini o girava in bicicletta o della prima fidanzatina, poi di quando un treno lo scarrozzava per paesi distanti vestito di grigioverde, oppure ad assaggiare vini, o bruciare padelle...e mentre parla lo vedi che continua a guardare l'orologio, impaziente....."aspetta qualcuno?"una domanda che come risposta ha un altro numero cinque che si avvicina e si siede tra te e lui.
I nomi non servono, sai che sono lì a raccontarsi storie, viaggi, sensazioni che ti sono appartenuti e che oggi ricordi, senza rimpiangerli, sai che le presentazioni sono inutili, sono due numeri, due cinque, uguali, si alzano, e un tappo salta nell'aria, la bottiglia di sogni e speranze versa nel bicchiere strette di mano e parole......un calice al vento, cinquantacinque.......e sorrido.....
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