giovedì 16 giugno 2016

hey joe......chiedendo scusa a jimi, ....liberamente tratto

Lampioni che sparano un giallo fioco, una bottiglia in terra e un carrello della spesa pieno di quello che la gente non pensa più.
Poco lontano una barba dura e scura come il legno, mani che i calli hanno fatto dimenticare cosa vuol dire una carezza, capelli che dicono del tempo che passa, un corpo che non ha più parole da raccontare, il freddo nelle ossa e caviglie a trasportare ricordi e impressioni ormai difficili da condividere.
Un muro a regalare un'ombra che parla e sorride, vecchia amica della notte, culla i pensieri chiama le nuvole che la luna accompagna assieme a gabbiani , voce roca a entrare in un labirinto simile ad una prigione, vita clandestina, cartoni a riparare dal freddo, una casa di carta , finestre aperte a lasciare che sogni e ricordi escano ed entrino aprendo i cassetti del mattino facendo uscire i segni di leggera follia che una latta riflette credendo di essere uno specchio.
Bugie che arrivano alle orecchie dimenticando parole e persone, un sorso di veleno da una bottiglia con un veliero all'interno, il pegno di volere ancora ammalarsi di illusioni.
Una strada, gente che apre ombrelli e l'acqua a sciogliere quella cenere che il cuore genera, una mano aperta, la voglia di spiccioli e un mozzicone di sigaretta a tenere vivi pensieri di tempi passati.
Lo sguardo che ricorda che sei orfano di luce, che hai il buio dentro, che la speranza è andata via da tempo, un viaggio senza meta , le scarpe che sembrano petali di fiori svolazzanti .
Vetri appannati, un forte odore di caffè, un giornale che una volta leggevi e oggi serve a coprire da quel freddo che non ti tocca solo le ossa....una preghiera che combatte con la voglia di cambiare e Dio salvi la regina ....ma non serve a niente, il silenzio accompagna l' indifferenza, passa il tempo ma tutto è sempre uguale, ti ricordi dall'altra parte della terra un anello al dito, fotografie, una strada, una pistola, muri che parlano da soli e note taglienti da una chitarra che sembra chiamarti...." hey joe"....un treno, città a seguire, odore di ferro e fieno, tabacco a nutrirti e dita che diventano gialle, vorresti dormire con un orso blu stretto alla guancia, ....no è solo sudore, foglie che cadono e un altro inverno a scherzare con le tue ossa....petali di pensieri , un fiore che parla di morte e dolore, sei un personaggio, la chitarra continua a confezionare note che non sono lettere d'amore...."hey Joe" torna nella canzone, non lasciarci tristi a pensare.....
Da qualche parte un sacco nero, poi un camion ....pouf.....sparito.....