sabato 15 dicembre 2018

Pegas(in)o

Tutti i giorni si alzava presto e cercava di migliorare il suo aspetto. Vedeva Pegaso distante e voleva assomigliargli in tutto e per tutto.
Non sentiva la fatica ma non riusciva a far spuntare le ali.
Il colore, poi era un grigio che tendeva al nero e il bianco del manto di Pegaso sembrava un 'utopia.
La corsa era soddisfacente ma non riusciva a volare....
Ogni giorno saltava ostacoli sempre più importanti ma il volo era un' altra cosa.
Pegaso intanto cavalcato da Bellerofonte riusciva in imprese incredibili, combatteva nei mari, trasportava saette, volava verso le stelle.
Lui guardava e ammirava.... Ma non riusciva ad emulare il suo idolo.
Un giorno cominciò a correre sempre più veloce fino ad arrivare ad un burrone e lanciarsi nel vuoto.
Il suo padrone urlo il suo nome...corse verso il dirupo e si gettò per salvarlo.
Il volo non era così emozionante come credeva e vedere al suo fianco il suo padrone che cercava di salvarlo gli fece capire che essere eroe era un'altra faccenda che vivere di sogni.
La terra era sempre più vicina, ormai il destino sembrava compiersi.
Pegaso arrivò volando e salvò entrambi....
Il padrone ringraziò il cavallo alato e abbracciò forte il suo animale.
Poi.... Più tardi nel suo piccolo recinto prese un pezzo di corda e lo lego' alla zampa dell'animale..... Ricorda: sei un asino non puoi essere Pegaso ma ti voglio troppo bene e anche se non hai le ali o non sei bianco combatti la terra tutti i giorni per me, porti quello che il mio fisico non riesce e controlli tutto il podere... Tu sei il mio eroe e questo mi basta....
L'asino guardò il suo padrone ed emise un forte raglio ... Dall'alto Pegaso splendeva forte e una leggera pioggia simile ad un nitrito accarezzo ' l' animale

mercoledì 31 gennaio 2018

leggendo emozionandomi (....ossi di seppia)

delle pietre al sole in circolo.
una sopra l'altra a dare ombra e nascondere l'acqua.
una fune che la carrucola abbraccia e accarezza, unico ponte tra luce e ombra.
un secchio che parte per tornare ricco di povertà.

il corpo si presta ad umido e pulito, il viso scruta nel fondo del mastello in cerca di immagini che piano, regalano memoria.

una farfalla vola nell'aria, le ali colorano la luce che il sole provoca spavaldo filtrando le nuvole.
un volto esce: a coprire gli occhi, la mano nodosa dice che gli anni passano, le labbra assaporano l'acqua e timide si asciugano al polso.
quante volte il riflesso ha mostrato maschere, quante volte sono state gettate e cambiate, quante volte abbiamo pensato di ingannare noi stessi.

un sentiero mostra il cammino, alberi, verde, vento e cadenza ritmano i passi.
uno dietro l'altro, quasi una marcia, avanti avanti e ancora avanti.
un punto lontano sembra aspettare, un'ombra si stacca dal sole e sembra andarsene senza aspettare.
dove devo andare?
cosa faccio qui?
nessuno muove una mano, indica una via: solo.....tu e tu....

l'odore del mare arriva alle narici, finalmente....
ma è solo un odore, le onde frangono a mille miglia e la risacca si diverte con i tuoi ricordi.

sabbia non ne trovi.
aspetti che altre maschere vengano indossate, che altra acqua lavi il tuo corpo....

aspetti..

no, non puoi aspettare, domani arriva in fretta e bisogna essere pronti, bisogna correre, sentire le foglie che cadono e rincorrere quella farfalla.
libero.
libero.
libero.