sabato 23 luglio 2016

Tempus fugit

I tempi cambiano, e noi con loro. I ricordi diventano patetici attimi di nostalgia.
Seguiamo le orme paterne e ricadiamo negli stessi errori, il voler cambiare il mondo e l’adeguarsi al tutto facendo diventare inevitabile l’apatia e il rimorso.
Le lotte giovanili con i genitori e gli amici, i primi amori, il fatto di cominciare a farsi la barba e poi? Niente.Routine , solo una lenta e inconsapevole routine che ci avvolge come nebbia mattutina e nasconde la voglia di fare. Non diventare grande mai, non serve a niente sai…..cantava eugenio finardi e trovo che in quelle parole ci sia una saggezza che con il senno di poi fa capire come affrontare le cose. Voglio cambiare il mondo, voglio essere il migliore, voglio fare quello che mi piace, voglio, voglio e voglio….ma l’erba voglio non esiste neanche nel giardino del re e allora si rimane insoddisfatti e tutto ciò che ci passa per la testa da alternativo passa a difficile , per poi giungere ad impossibile.I problemi aumentano quando non si vede più il sole e spiace dirlo, ma come  sole intendo il vile e bastardo denaro, che in maniera subdola si impadronisce del nostro ego e ci travolge in vorticosi valzer come marionette usate dal mangiafuoco di turno.
Gli ideali cambiano con l’età, prima il futile poi il voler essere e terminiamo con la salute.
Giovani che diventano vecchi nel giro di dodici mesi, e cinquantenni che non sapendo invecchiare diventano ridicoli facendo le macchiette di loro stessi. Siamo in transito, dal pianeta “so tutto” a differenti galassie dove l’arterio ti fa scoppiare in editti da strillone di hyde park e il carattere cambia a ritmi di drum machine , alcuni si rifugiano in alleati chimici, altri provano ancora sperando che il barlume di buonsenso non si attenui e spenga al primo refolo di vento.
Non so come poter venir fuori da questa impasse, i giorni intanto passano presentando uno stillicidio che passa da acqua a gin tonic , facendo finta di lenire il dolore e tu , continui ad arroccarti in te stesso, ultima difesa all’attacco della noia e del pessimismo.
Bisogna allearsi, cercare di stupirci come bambini che entrano in un negozio di giocattoli, affrontare senza paura le nostre ansie e tirare fuori dal cilindro il fatidico coniglio che salverà lo spettacolo.
Combattere, scendendo in  un’ipotetica piazza e lasciare che la fantasia  ti liberi da stereotipi che spesso ti ingabbiano, eliminare le remore che si nutrono delle tue idee assorbendole e cambiandole in combutta con la tua mente…….liberarsi di tutto, e combattere l’apatia e la noia, cerchiamo un po’ di ottimismo e rompiamo le regole che ci siamo imposti in maniera etica…..non vogliamo e dobbiamo tener conto più di nessuno.
Una forma caratteriale di anarchia deve accompagnarci in questo nuovo viaggio, soli ma insieme
Nec tecum nec sine te, e affrontiamo il nemico che ognuno di noi ha , lottiamo, e anche se rimarremo sconfitti , almeno la forza di averci provato, a garantire l’impegno.
I treni passano, sta noi riuscire a prenderli e iniziare il viaggio verso una meta che non sia utopia.

giovedì 16 giugno 2016

hey joe......chiedendo scusa a jimi, ....liberamente tratto

Lampioni che sparano un giallo fioco, una bottiglia in terra e un carrello della spesa pieno di quello che la gente non pensa più.
Poco lontano una barba dura e scura come il legno, mani che i calli hanno fatto dimenticare cosa vuol dire una carezza, capelli che dicono del tempo che passa, un corpo che non ha più parole da raccontare, il freddo nelle ossa e caviglie a trasportare ricordi e impressioni ormai difficili da condividere.
Un muro a regalare un'ombra che parla e sorride, vecchia amica della notte, culla i pensieri chiama le nuvole che la luna accompagna assieme a gabbiani , voce roca a entrare in un labirinto simile ad una prigione, vita clandestina, cartoni a riparare dal freddo, una casa di carta , finestre aperte a lasciare che sogni e ricordi escano ed entrino aprendo i cassetti del mattino facendo uscire i segni di leggera follia che una latta riflette credendo di essere uno specchio.
Bugie che arrivano alle orecchie dimenticando parole e persone, un sorso di veleno da una bottiglia con un veliero all'interno, il pegno di volere ancora ammalarsi di illusioni.
Una strada, gente che apre ombrelli e l'acqua a sciogliere quella cenere che il cuore genera, una mano aperta, la voglia di spiccioli e un mozzicone di sigaretta a tenere vivi pensieri di tempi passati.
Lo sguardo che ricorda che sei orfano di luce, che hai il buio dentro, che la speranza è andata via da tempo, un viaggio senza meta , le scarpe che sembrano petali di fiori svolazzanti .
Vetri appannati, un forte odore di caffè, un giornale che una volta leggevi e oggi serve a coprire da quel freddo che non ti tocca solo le ossa....una preghiera che combatte con la voglia di cambiare e Dio salvi la regina ....ma non serve a niente, il silenzio accompagna l' indifferenza, passa il tempo ma tutto è sempre uguale, ti ricordi dall'altra parte della terra un anello al dito, fotografie, una strada, una pistola, muri che parlano da soli e note taglienti da una chitarra che sembra chiamarti...." hey joe"....un treno, città a seguire, odore di ferro e fieno, tabacco a nutrirti e dita che diventano gialle, vorresti dormire con un orso blu stretto alla guancia, ....no è solo sudore, foglie che cadono e un altro inverno a scherzare con le tue ossa....petali di pensieri , un fiore che parla di morte e dolore, sei un personaggio, la chitarra continua a confezionare note che non sono lettere d'amore...."hey Joe" torna nella canzone, non lasciarci tristi a pensare.....
Da qualche parte un sacco nero, poi un camion ....pouf.....sparito.....

domenica 6 marzo 2016

L'acrobata

Salsicce e lattine....gli occhi verso l' alto, una fune da un palazzo all' altro... sole a regalare luce.
il tempo passa , voci che si rincorrono, cuori che accellerano e mozziconi che volano sull'asfalto.

Musichetta, voce da un microfono, adesso....

Un'asta lunga....canottierina aderente, talco cbe accarezza mani e scarpette......
teste che dal basso girano verso l'allto, testa che dall'alto non gira verso il basso...

Un piede avanti e l'altro a seguire....asta che muove come ali e la concentrazione a non far respirare....
come una danza, un due tre, un due tre......
sotto, la gente non parla più, sospironi a salire quando vedono l'asta che gira e muove strana....

Metà percorso e pensieri che si mischiano....un cocktail di emozioni si fa largo e sembra prendere per mano l'acrobata......i metri sembrano finire....una piccola svista , l'asta che muove impazzita......la gente che urla apprensiva....una tensione che neanche un coltello riuscirebbe a tagliare....il sole a costringere mani a posarsi sulle fronti per vedere meglio.....
un due tre, un due tre......il ritmo è tornato, la paura è in agguato ma la strada è quasi finita....

Applausi a liberare la tensione...sigarette e scrivere l'aria...qualche lacrima per i più sensibili....

Dall' alto le mani coperte di talco a salutare e ringraziare.....sotto: un cappello a girare tra la gente cercando spiccioli, la vita in discussione per sfide tra le nuvole e un pezzo di pane..

Freddo nelle parole ....incanti a proteggere il cuore....il tempo di partire,  il tempo di restare e pezze di coraggio a coprire tagli nel vestito della vita....una sfida che un 'asta aiuta a cercare di vincerla....

Una valigia, sogni tra le cerniere, un'altra città, sempre una fune da percorrere......