domenica 9 giugno 2019

1/2/3/4/5

Seduto su una panchina, le mani a girare in un sacchetto di carta.

Piano, i ricordi escono come briciole , un uccellino si posa sulla spalliera della panchina, illuminato dal sole...chissà quale viaggio ha fatto per essere attirato dal rumore della carta.
La curiosità lo porta a prendere confidenza:ora gira sulla spalla, poi verso le gambe, e muove il becco a cercare briciole....

“Due mani si toccano in una giornata di pioggia sotto gli occhi adombrati di una ragazzina,
un fiore che si bagna sotto gocce grosse come coccinelle, passi veloci verso un riparo che regala un sorriso”
“Due fossette che si animano e contente sistemano una conchiglia vicino ad un tulipano, un vetro a difendere da polvere e tempo”
“Un disco a suonare e suonare e ancora suonare  aspettando due lacrime su una guancia”

Sono briciole di pensieri, non nutrono altro che spirito e anima....

L’uccellino muove veloce le ali e vola via.

Sono momenti che hai tatuato sulla pelle, scolpiti nella memoria e scalfiti da rammarico e tenerezza.

La città, intanto, fa sentire stranieri, come un clown reciti una parte che agli occhi della gente sembra quello che non è.
La maschera si toglie e il profumo di una rosa gialla di mischia alla malinconia.
....solo ricordi, briciole.

Il rumore di un treno, il volo di un uccellino, l’alzarsi da una panchina;
rimettersi a camminare nella bella giornata che la luna porterà a termine calando il sipario

sabato 15 dicembre 2018

Pegas(in)o

Tutti i giorni si alzava presto e cercava di migliorare il suo aspetto. Vedeva Pegaso distante e voleva assomigliargli in tutto e per tutto.
Non sentiva la fatica ma non riusciva a far spuntare le ali.
Il colore, poi era un grigio che tendeva al nero e il bianco del manto di Pegaso sembrava un 'utopia.
La corsa era soddisfacente ma non riusciva a volare....
Ogni giorno saltava ostacoli sempre più importanti ma il volo era un' altra cosa.
Pegaso intanto cavalcato da Bellerofonte riusciva in imprese incredibili, combatteva nei mari, trasportava saette, volava verso le stelle.
Lui guardava e ammirava.... Ma non riusciva ad emulare il suo idolo.
Un giorno cominciò a correre sempre più veloce fino ad arrivare ad un burrone e lanciarsi nel vuoto.
Il suo padrone urlo il suo nome...corse verso il dirupo e si gettò per salvarlo.
Il volo non era così emozionante come credeva e vedere al suo fianco il suo padrone che cercava di salvarlo gli fece capire che essere eroe era un'altra faccenda che vivere di sogni.
La terra era sempre più vicina, ormai il destino sembrava compiersi.
Pegaso arrivò volando e salvò entrambi....
Il padrone ringraziò il cavallo alato e abbracciò forte il suo animale.
Poi.... Più tardi nel suo piccolo recinto prese un pezzo di corda e lo lego' alla zampa dell'animale..... Ricorda: sei un asino non puoi essere Pegaso ma ti voglio troppo bene e anche se non hai le ali o non sei bianco combatti la terra tutti i giorni per me, porti quello che il mio fisico non riesce e controlli tutto il podere... Tu sei il mio eroe e questo mi basta....
L'asino guardò il suo padrone ed emise un forte raglio ... Dall'alto Pegaso splendeva forte e una leggera pioggia simile ad un nitrito accarezzo ' l' animale

mercoledì 31 gennaio 2018

leggendo emozionandomi (....ossi di seppia)

delle pietre al sole in circolo.
una sopra l'altra a dare ombra e nascondere l'acqua.
una fune che la carrucola abbraccia e accarezza, unico ponte tra luce e ombra.
un secchio che parte per tornare ricco di povertà.

il corpo si presta ad umido e pulito, il viso scruta nel fondo del mastello in cerca di immagini che piano, regalano memoria.

una farfalla vola nell'aria, le ali colorano la luce che il sole provoca spavaldo filtrando le nuvole.
un volto esce: a coprire gli occhi, la mano nodosa dice che gli anni passano, le labbra assaporano l'acqua e timide si asciugano al polso.
quante volte il riflesso ha mostrato maschere, quante volte sono state gettate e cambiate, quante volte abbiamo pensato di ingannare noi stessi.

un sentiero mostra il cammino, alberi, verde, vento e cadenza ritmano i passi.
uno dietro l'altro, quasi una marcia, avanti avanti e ancora avanti.
un punto lontano sembra aspettare, un'ombra si stacca dal sole e sembra andarsene senza aspettare.
dove devo andare?
cosa faccio qui?
nessuno muove una mano, indica una via: solo.....tu e tu....

l'odore del mare arriva alle narici, finalmente....
ma è solo un odore, le onde frangono a mille miglia e la risacca si diverte con i tuoi ricordi.

sabbia non ne trovi.
aspetti che altre maschere vengano indossate, che altra acqua lavi il tuo corpo....

aspetti..

no, non puoi aspettare, domani arriva in fretta e bisogna essere pronti, bisogna correre, sentire le foglie che cadono e rincorrere quella farfalla.
libero.
libero.
libero.

sabato 27 maggio 2017

do re mi FA vola......

aria calda, una luce che spinge a colorare le strade,
alberi che lasciano ballare le foglie e fiori che profumati si svegliano nella loro bellezza.
due ali piccole, disegni come cornicette di bambini alle elementari,
 un ritmo leggero che trasporta di fiore in fiore, ....qualche ricordo, un bozzolo, una larva , i colori e ora lo splendore di una divisa che alcuni tentano di collezionare con spilli in teche di vetro.

poco distante una piuma gioca con il vortice dell'aria. ora su, ora giù....poi a destra e sinistra , ancora in alto e in basso, metro dopo metro fino ad incontrare la farfalla.
non si sa da dove arrivi, neanche di chi,  fino a poco tempo prima, ne fosse corredo...
ora libera , nell'aria, a seguire il vento.

sfiorarsi, accettarsi, prendersi, poi lasciarsi per riprendersi ancora e giocare con la corrente....

sono sola....
sono solo.....

volo per cercarti, volo per trovarti
fluttuo per cercarti,fluttuo per trovarti.

sembra impossibile, abbracciarsi all'aria sperando che il giorno non finisca mai.....

domani?
 chissà?

le luci calano, il sole torna a riposarsi, fiori e alberi si preparano alla sera....
la piuma non riesce più a volare, la farfalla chiama, cerca.....ma anche lei non ha più forze....

la strada ha perso luce, polvere e buio coprono la piuma che ha smesso di parlare.
la farfalla non vola più, di colpo il tempo le ha rubato gli entusiasmi....

una nuvola guarda la luna.
la luna ascolta le stelle....

una brezza leggera si diffonde lieve e piano prende sempre più forza....
un venticello particolare che frulla le strade
 .....movimento.......soffio.......movimento.....

la piuma torna a volare ....
un'eco che canta dove sei? ove sei? ve sei? ei?

due ali che cercano di riprendere forza....colori che si muovono......

due colori che si intrecciano nell'aria e volano aiutandosi e cavalcando il vento.

la luna che che guarda la nuvola,
le stelle che parlano alla luna.



sabato 22 aprile 2017

Grazie melville

Un raggio di sole. Nuvole. Onde che picchiano sui fasciami.
Notte di luna con una crepa nel mondo a mostrare ghigno e sfida.
Uno specchio , una bottiglia ormai vuota, ricordi, creature che escono da sogni e quella maledetta montagna bianca a spruzzare dal dorso vendetta e dolore.
 Non affacciarsi a vedere se tutto torna uguale ma una parte ormai è sparita , il bastone a battere sul vetro, la fiamma della candela ad avere paura di far troppo chiaro .

Se questo sono io, se è vero ciò che è sempre stato.
Ho navigato senza trovare niente, cercando l'infinito. Ho varcato orizzonti solo per perdermi sempre.
Immagino di danzare all'inferno con la gruccia a tenermi compagnia, una voglia di camminare con la gamba che strappata mi ha fatto orfano.
Moby dick, un nome simpatico come in tempo di guerra si chiamava il nemico per non averne paura.
La voglia di trovarmi ancora davanti a lei , i miei occhi nei suoi, aspettare che i veleni facciano effetto, che il suo alito sparisca e sperare che l'angelo aspetti ancora prima di portarmi con lui.

Se questo sono io, allora sono i primi colori che hai visto,chiudi gli occhi per vedere e mondi da inventare....ritrovarsi nel silenzio, in una stazione dove non parte niente.
Aspetta.....ricordi?
Avevo detto : aspetta.....
Ma Moby attende, una cameriera aspetta che paghi il conto, carnevale è finito e ho voglia di sfidare la fortuna.
Se questo sono io, mi vedrai nel mare, osserva il cielo cambiare, ogni sogno sarà il tuo.
Immaginare, vorrai farlo....non potrai mai perderti perchè se questo sono io, sarò con te a tenerti la mano, ma l'angelo mi chiama, l'acqua è fredda, aspetto la gamba che non è più, vedo tutta la mia vita correre nelle testa, uno sbuffo a sputarmi in faccia beffardo......le carte non erano buone, non ci sarà un'altra mano....
Non sento più rumori, non vedo più , come una mandria, pensieri,  sogni, desideri , rancori scappano dal recinto....niente più fili, niente più nodi, ....la tenerezza di un abbraccio, il profumo di una rosa.....no, niente più, basta.....l'acqua sopra, la luce trema e il buio si fa sempre vicino......

Achab


sabato 7 gennaio 2017

DELIO

la coda a sbattere e qualche foglia a cadere.
un vento leggero e il profumo di legna a giocare con aromi e mattoni, pezzi di carta con nomi scritti in piccolo, poi tavoli e gente....gente e tavoli.
la coda maculata a girare in un dehor che la stagione ha reso vuoto, un miagolio, la "cerca" della pappa e gente che entra e esce dalla porta.
fotografie in bianco e nero tengono compagnia a libri di cucina e guide turistiche, l'acciotolato ti ha accompagnato all'ingresso,
caldo, il colore di qualche fiore e da una vetrata vedi paesi abbarbicati e una casetta rosa in mezzo al verde, sei ospite in una favola, aspetti e vedi i suoi occhiali che l'umido dei fuochi ha reso opachi, la sua cantilena a rivelarti che le sue origini sono ben radicate, la giacca con l'eterno bottone lasciato aperto e il sorriso a chiedere di te.
le cose solite che "non"sono banali, il tavolo che prende vita ....
.fuori la coda rossastra ha trovato un angolino dove aspettare....

ti ricordi di .......e come sta .......me la trovi una casetta......dai che vengo a darti una mano.......

passa il tempo, la risata ora ha preso la strada della chiacchiera.....
acciughe, conigli stoccafissi, ravioli, tutto ha un racconto, vive di storie....

ancora un brindisi e dalla bottiglia scendono ancora lacrime a colmare i bicchieri.
la porta si apre, è il vento che trasporta delle nuvole...sono venute a prenderti...
ti giri, mi regali ancora un sorriso, accarezzi quella coda che aspetta invano....

ciao....mi dici
ciao....ti dico

un leggero raggio di sole a indicare un sentiero.....in alto il bicchiere...un brindisi.....

au revoir maitre.......


sabato 23 luglio 2016

Tempus fugit

I tempi cambiano, e noi con loro. I ricordi diventano patetici attimi di nostalgia.
Seguiamo le orme paterne e ricadiamo negli stessi errori, il voler cambiare il mondo e l’adeguarsi al tutto facendo diventare inevitabile l’apatia e il rimorso.
Le lotte giovanili con i genitori e gli amici, i primi amori, il fatto di cominciare a farsi la barba e poi? Niente.Routine , solo una lenta e inconsapevole routine che ci avvolge come nebbia mattutina e nasconde la voglia di fare. Non diventare grande mai, non serve a niente sai…..cantava eugenio finardi e trovo che in quelle parole ci sia una saggezza che con il senno di poi fa capire come affrontare le cose. Voglio cambiare il mondo, voglio essere il migliore, voglio fare quello che mi piace, voglio, voglio e voglio….ma l’erba voglio non esiste neanche nel giardino del re e allora si rimane insoddisfatti e tutto ciò che ci passa per la testa da alternativo passa a difficile , per poi giungere ad impossibile.I problemi aumentano quando non si vede più il sole e spiace dirlo, ma come  sole intendo il vile e bastardo denaro, che in maniera subdola si impadronisce del nostro ego e ci travolge in vorticosi valzer come marionette usate dal mangiafuoco di turno.
Gli ideali cambiano con l’età, prima il futile poi il voler essere e terminiamo con la salute.
Giovani che diventano vecchi nel giro di dodici mesi, e cinquantenni che non sapendo invecchiare diventano ridicoli facendo le macchiette di loro stessi. Siamo in transito, dal pianeta “so tutto” a differenti galassie dove l’arterio ti fa scoppiare in editti da strillone di hyde park e il carattere cambia a ritmi di drum machine , alcuni si rifugiano in alleati chimici, altri provano ancora sperando che il barlume di buonsenso non si attenui e spenga al primo refolo di vento.
Non so come poter venir fuori da questa impasse, i giorni intanto passano presentando uno stillicidio che passa da acqua a gin tonic , facendo finta di lenire il dolore e tu , continui ad arroccarti in te stesso, ultima difesa all’attacco della noia e del pessimismo.
Bisogna allearsi, cercare di stupirci come bambini che entrano in un negozio di giocattoli, affrontare senza paura le nostre ansie e tirare fuori dal cilindro il fatidico coniglio che salverà lo spettacolo.
Combattere, scendendo in  un’ipotetica piazza e lasciare che la fantasia  ti liberi da stereotipi che spesso ti ingabbiano, eliminare le remore che si nutrono delle tue idee assorbendole e cambiandole in combutta con la tua mente…….liberarsi di tutto, e combattere l’apatia e la noia, cerchiamo un po’ di ottimismo e rompiamo le regole che ci siamo imposti in maniera etica…..non vogliamo e dobbiamo tener conto più di nessuno.
Una forma caratteriale di anarchia deve accompagnarci in questo nuovo viaggio, soli ma insieme
Nec tecum nec sine te, e affrontiamo il nemico che ognuno di noi ha , lottiamo, e anche se rimarremo sconfitti , almeno la forza di averci provato, a garantire l’impegno.
I treni passano, sta noi riuscire a prenderli e iniziare il viaggio verso una meta che non sia utopia.