venerdì 28 dicembre 2012

Belinoni a pila

Vent’anni. Il militare finito. A casa leggi, ascolti e pensi. I miti sono cambiati, sei alla ricerca di qualcosa. Smesse le utopie giovanili di andare a lavorare in un kibbutz, o attraversare l’Europa in “ciao”……ti agiti e torni a pensare.
Abiti al mare, un paesino che se la tira da cittadina, le persone sempre le stesse che raccontano storie quasi sempre romanzate al bar e tu che fremi  e vorresti  vivere come nei tuoi libri e invece alla sera devi aiutare i tuoi nel ristorante.
La musica ti tiene compagnia, ti appassiona e ti arrichisce portandoti a viaggiare come Salgari , senza essere mai partito.
Un’estate, però, un’amica di famiglia ti coinvolge convincendo i tuoi ad un’esperienza in Inghilterra……l’aereo, Londra, gli inglesi…..hai la pelle d’oca che da quanto è alta ti grattuggia i maglioni. Abituato al classico, vedere giovani con creste colorate, spille nelle orecchie e quant’altro ti fa pensare a bigottismo e libertà.
Torni a casa, lasci passare qualche tempo e grazie al tuo eroe, un fumetto letto da pochi che racconta di uno strano marinaio, decidi di metterti alla prova e un anello comincia a girarti nel lobo sinistro. I tuoi non ti riconoscono più, allora eccoti entrare in un garage di un amico, dove vicino alla tua moto da cross,  la copertina di un album dei Jethro Tull
ti accompagnerà tutta la vita sdraiata sul tuo braccio destro. Genitori e fidanzata non ti rinnegano, ti conoscono e sanno che le cose se le fai è perché ci credi. Infatti passa qualche anno e altri amici vengono sparsi sulle braccia per tenerti compagnia tutta la vita. Ho detto amici perché un tatuaggio è una scelta, dimostra un’idea, testimonia la tua personalità e segue il tuo istinto. Non è moda è amore per quello che hai deciso di essere. Oggi vedo tanti ragazzi tatuati, sono ormai normali , una consuetudine che la società accetta e quasi impone…torno con la mente al suono della macchinetta sulla pelle la prima volta, a quel falso dolore ricco di emozione, all’essere grande, facendo una cosa un tempo vista come proibita. Oggi, sento ragazzi che parlano di tatuaggi come di fumare una sigaretta….ma quello che mi fa più specie è la categoria
 dei “ belinoni a pila” cioè quegli individui che vogliono apparire ad ogni costo…..come se un giorno chiamassi un giornalista facendomi da testimone mentre mi faccio tatuare una stella , riferita al mio lavoro,sul collo….mah!
Altri tempi, altri eroi .

giovedì 27 dicembre 2012

Infanzia e nostalgia

Lo vedevi ai giardini, piccolo, magretto le eterne Superga una volta bianche e sempre con le stringhe slacciate.
La chewingum che dava il ritmo alla mandibola e la piccola bolla che soffiata usciva dalla bocca per poi scoppiare sulle labbra.
La bici, buttata su un lato del muro, e le eterne croste poi cicatrici a mostrare il valore della frenata in derapata.
I rimbalzi del pallone sulla ghiaia e i tiri verso la scalinata che diventava porta o ostacolo a seconda dei giochi.
Ogni tanto guardava in alto a vedere se dietro le tende delle finestre del secondo piano delle treccine bionde guardavano verso il basso. Poi, dall’angolo la vedeva arrivare, insieme l’immancabile fratellino e a lui il cuore cominciava a dare un ritmo che lo faceva sudare e diventare rosso. Bisogna correre e tutti ,come atleti olimpici, a sforzarsi per dimostrare il proprio valore , lei era il giudice e lui voleva impressionarla.
Non si è mai soli, alter ego se ne trovano sempre e allora diventa una battaglia, non sei il solo a contendere ma hai un rivale, anche lui capace, veloce e forte.


Passano gli anni, lo specchio ti fa capire che i capelli non sono pià ricci.
Il fisico una volta asciutto si è preso una pausa, una leggera peluria ti sporca labbra e mento.
Passi ancora da quei giardini, non hai più le superga bianche di nome ma non di fatto;
Altalene e manti quasi asfaltati ti hanno cambiato i ricordi, vai a vedere se dalla finestra le trecce ci sono ancora, ci speri….poi ti rendi conto che l’idea ha preso il posto del sogno. Lei non abita più lì. Prosegui e vedi il tuo ex rivale, come te….capelli, occhiali e tant’altro, una stretta di mano e insieme verso un caffè.
Seduti , consumi con lui tanti “ti ricordi?” e vedi in sincrono due lacrime che pareggiano le sue….il tempo passa, ogni tanto ti fermi e ti rivedi con i calzoni corti, poi davanti ad una stufa e a volte non sai quale è la realtà. Allora apri i frighi, accendi i fuochi e ti lasci andare, qualcosa uscirà fuori come quelle acciughe in leggera frittura, ricotta e salsa di panettone….

domenica 23 dicembre 2012

Un anno difficile

Un anno difficile. Tempi che non hanno più ritmo. Facce tristi e strette di mano fatte solo per inerzia, senza calore.voci che non hanno più identità e senso di vergogna al passaggio di amici. Come nebbia che sale piano, la sfiducia s’insinua nella testa.disorientandoci.
 Soluzioni sono da ricercare in mondi troppo lontani, ma piccoli rimedi che risollevino possiamo trovarne.amplifichiamo le amicizie, non lasciamoci andare, dichiariamo guerra all’apatia, svegliamoci. Cene tra amici, merende sui campi, spirito di congregazione, associamoci in modo che la nostra inedia non sia invasiva, affrontiamo insieme il periodo che così duramente minaccia le nostre teste.
Ben vengano nelle strade feste di paese, commercianti che si danno la mano e propongono.
Il turismo non deve morire, ma dobbiamo alimentarlo, nutrirlo e accudirlo come un figlio, e noi crescere con lui a nuova vita.
Calmieriamo le spese e lavoriamo con più fantasia, quale distinguo di carattere e personalità che sarà anche la nostra forza.
Insieme, uniti, facendo gruppo…
E prendiamo a calci la malinconia e la depressione. Noi dobbiamo essere, non subire.
Tempi migliori arriveranno e con loro ritmi diversi, usiamo questo pensiero come spunto per continuare a far funzionare i nostri motori. Su le maniche e al diavolo la crisi!




martedì 4 dicembre 2012

Sfogarsi un po'

A volte pensi di essere incompreso, quei periodi dove vuoi fare qualcosa di nuovo perché la “routine”ti mangia il cervello piano, piano, e muovendo le cose vedi che gli altri non ti seguono. Aspiri a ricrearti un senso per far defluire meglio le tue idee ma non c’è niente da fare, loro che da “loro” si trasformano nel nemico cercano sempre di crearti delle “impasse”, quasi a sabotarti. Allora immagini di vendicarti: speri di stare male , anche in modo serio , e quando avranno bisogno di te tu non potrai esserci per scuse o ripicche ma per effettivo forfait.
Poi cambiando scenario ti vedi a rompere tutto quello che hai appena fatto, per autopunirti o peggio per sfogarti e ti accorgi che hai fatto un passo indietro aggravando la tua situazione piuttosto che arrecare danno ai nemici.
Ma perché devono essere così ottusi? Età o non età te ne freghi, non t’importa. Esperienza? Chissenefrega! Vuoi andare avanti di testa tua, e al diavolo tutto e tutti….è così e basta!
Il giorno dopo, a mente fredda analizzi e verifichi.
Credevi fosse una rivoluzione che portasse a qualcosa, oppure di avere scoperto la nuova via ; invece è solo frustrazione del periodo negativo, il voler combattere una battaglia dove non trovi vie d’uscita, il buttare tutto te stesso nella mischia come le zuffe da ragazzetto e uscirne con l’occhio pesto ma soddisfatto di averci provato. Non importa se hai un carattere tranquillo ,  devi sfogarti e poi tornare ad essere la persona che gli altri conoscono. Genitori e moglie , lo sai, non ti portano rancore ma almeno , in futuro dovrò evitare di farmi vedere brutto. Dottor Jekill e mr. Hyde ….mah!
Speriamo solo che nelle feste venga un po’ di gente, così faremo pace col mondo e lasceremo i problemi un po’ al fresco a raffreddarsi  e li affronteremo più avanti con più sagacia e tranquillità