Vent’anni. Il militare finito. A casa leggi, ascolti e pensi. I miti sono cambiati, sei alla ricerca di qualcosa. Smesse le utopie giovanili di andare a lavorare in un kibbutz, o attraversare l’Europa in “ciao”……ti agiti e torni a pensare.
Abiti al mare, un paesino che se la tira da cittadina, le persone sempre le stesse che raccontano storie quasi sempre romanzate al bar e tu che fremi e vorresti vivere come nei tuoi libri e invece alla sera devi aiutare i tuoi nel ristorante.
La musica ti tiene compagnia, ti appassiona e ti arrichisce portandoti a viaggiare come Salgari , senza essere mai partito.
Un’estate, però, un’amica di famiglia ti coinvolge convincendo i tuoi ad un’esperienza in Inghilterra……l’aereo, Londra, gli inglesi…..hai la pelle d’oca che da quanto è alta ti grattuggia i maglioni. Abituato al classico, vedere giovani con creste colorate, spille nelle orecchie e quant’altro ti fa pensare a bigottismo e libertà.
Torni a casa, lasci passare qualche tempo e grazie al tuo eroe, un fumetto letto da pochi che racconta di uno strano marinaio, decidi di metterti alla prova e un anello comincia a girarti nel lobo sinistro. I tuoi non ti riconoscono più, allora eccoti entrare in un garage di un amico, dove vicino alla tua moto da cross, la copertina di un album dei Jethro Tull
ti accompagnerà tutta la vita sdraiata sul tuo braccio destro. Genitori e fidanzata non ti rinnegano, ti conoscono e sanno che le cose se le fai è perché ci credi. Infatti passa qualche anno e altri amici vengono sparsi sulle braccia per tenerti compagnia tutta la vita. Ho detto amici perché un tatuaggio è una scelta, dimostra un’idea, testimonia la tua personalità e segue il tuo istinto. Non è moda è amore per quello che hai deciso di essere. Oggi vedo tanti ragazzi tatuati, sono ormai normali , una consuetudine che la società accetta e quasi impone…torno con la mente al suono della macchinetta sulla pelle la prima volta, a quel falso dolore ricco di emozione, all’essere grande, facendo una cosa un tempo vista come proibita. Oggi, sento ragazzi che parlano di tatuaggi come di fumare una sigaretta….ma quello che mi fa più specie è la categoria
dei “ belinoni a pila” cioè quegli individui che vogliono apparire ad ogni costo…..come se un giorno chiamassi un giornalista facendomi da testimone mentre mi faccio tatuare una stella , riferita al mio lavoro,sul collo….mah!
Altri tempi, altri eroi .
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