venerdì 11 gennaio 2013

Con il suono delle dita si combatte una battaglia

Li vedi, sono il “big” e il suo scudiero. Entrano e con sorriso stampato ti danno la mano come amici che non vedi da tempo, poi si siedono e dopo aver letto il menu cercano di incastrarti in domande di cucina e non.
I piatti li servi con i loro ritmi e sapori, loro, la soddisfazione non te la danno.
 Entrambi ad annusare e partire d’acchito col cucchiaio. Una piccola punta di salsa viene fatta girare in bocca dal “big” che subito dopo sottovoce racconta qualcosa al suo scudiero.
 La mimica facciale è da grande attore, lo stare a tavola sembra quello di un gourmet scafato, il bicchiere si alza verso il naso e ancora a roteare e di nuovo verso il naso per poi passare al palato.Finito il pranzo, entra in cucina a salutarti, lo scudiero regola il conto; pacche e consigli ti piovono addosso per farti capire che l’esperienza è solo sua.
 “TI LASCIO IL MIO NUMERO PERSONALE, SE HAI BISOGNO DI QUALSIASI COSA CHIAMAMI, MI PIACE AIUTARE GIOVANI EMERGENTI, UN GIORNO SAREMO COLLEGHI”
Passa un po’ di tempo e da clienti appassionati vieni a scoprire che il “big” passa le giornate al telefono per contattare amici di amici che parlino bene di lui ai vari capi delle guide. Offre pranzi in cambio di notorietà, prima o poi qualcuno lo ascolterà così potrà diventare la nuova star indiscussa della regione.
Ma gli basterà la regione?
Ho scritto questo avvenimento per far capire che nella ristorazione che conta non trovo differenze con la politica: boss e tirapiedi, ruffiani e arrivisti e tanta voglia di apparire.
Gente che telefona al giornalista amico perché lo accompagni con macchina fotografica mentre si fa tatuare una stellina sul collo.
 Altri che partecipano a tutte le kermesse dei famosi per far vedere che c’erano.
 Colleghi che li trovi a mangiare dai grandi chef solo per farsi conoscere o criticare.
Altri che vogliono diventare presidenti o entrare in quei sodalizi da “noblesse oblige” per dire “io sono il capo, oppure, sai anche io ne faccio parte”.
Molti che diventano “importanti” copiando i piatti degli altri, e alcuni che farebbero carte false per essere invitati nelle trasmissioni di canali tematici o sulle rivIste patinate.
Io non amo più questo ambiente. Falsità, superficialità e pressapochismo oltre a ruffianaggine e presunzione sono clienti che non voglio più vedere nel mio ristorante e chissenefrega se non sarò un “top chef” ma almeno i tatuaggi me li faccio quando voglio e a mangiare in giro vado con mia moglie o amici veri, per divertirmi e stare in compagnia .
In ultimo chissenefrega dei sodalizi, meglio soli che male accompagnati.

3 commenti:

  1. Non combatti una battaglia da solo...mi ci butto anche io nella mischia......

    "ci si sente soli per quello che si è visto
    e poi per tutti quelli che han fatto così presto
    a montare su per fare un po' il tuo viaggio
    giurando che per te davano un braccio
    parlavano di stile, di impegno e di valori
    ma non appena hai smesso di essere utile per loro
    eran già lontani,
    la lingua avvicinata a un altro culo "

    http://www.youtube.com/watch?v=7H1VDk6IHV8




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  2. Rabbia per questo ambiente.
    Voglia di fargli guerra, a lui e i suoi figli.

    L'ambiente del compromesso e delle alleanze di comodo è la cancrena motivazionale che infetta tanti settori: la tedioseRRima pseudo-politica marchettara, il Gourmet infighettato, l'informatica del parlarsi addosso e tanti tanti altri.

    Mi amareggia come molti si rifugino in questo mal di vivere, praticandolo.

    Sono persone sole.

    Persone che hanno barattato amicizie di valore con contratti e mascherate. Persone che hanno paura delle proprie debolezze, dimentichi dei sogni e incapaci di partorirne di nuovi.
    Schiavi del giudizio altrui, ne diventano imbarazzanti araldi.

    Il concetto d'amicizia sta diventando confuso, con stampa e social network che trascodificano critiche distruttive in supposti contributi da supposti amici. Di supposte si tratta, invece.

    Quando mi riferisco all'amicizia, non parlo di roboanti fantacazzate del SempreInsieme o di crociate campanilistiche... intendo le amicizie sporche e complicate, quelle del valore al poco tempo, quelle che si ride del nemico e si sognano nuove imprese.

    Cose evidentemente preziose ai nostri avi, oggi sono più difficili da prioritizzare e scorgere a causa del rumore.
    Pressione, pressione infinita. Ingenua, disattenta.

    Il mondo te la mette giù facile se accetti mediocrità e non belligeranza. Se replichi il replicato, innocuo nelle copie di copie di copie.

    Se innovi esplode. Probabilmente, non ultimo anche per un avido appetito di idee e di vie d'uscita. Se innovi col sorriso vieni messo alla prova o addirittura ostracizzato, come se non ci fossero intermedi tra entusiasmo e divinità.

    E' una cancrena da sconfiggere con consapevolezza e passi audaci, col valore alle persone prima che al loro lavoro. Va sconfitta, pur mancando la ricetta.
    Siamo sei miliardi e non è mica detto ci sia una soluzione, di certo non ci aspetta nel passato.

    Provarci è esigenza. Riuscirci è obbiettivo.

    Siamo Pazienti, Goliardici, Libidinosi Bastardi.
    Da un po', anche incazzati.


    PS: lascio qui di seguito un link ad un video in inglese, fantastico contributo sull'amicizia... parte sul relazionale, ma termina in toni universalmente significativi

    http://youtu.be/IGK2KprU-To

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  3. Grandissimo!!!....non aggiungo altro!!!

    Paolo Venturi Genova.

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