lunedì 20 agosto 2012

………gusto




Baudelaire si era preoccupato di estetica criticando il salone degli “impressionisti”,mille intellettuali come lui , hanno pensato di scrivere sull’estetica musicale o sull’estetica visuale, ma nessuno ha mai pensato all’estetica culinaria, all’estetica del gusto, tanto che la parola “estetica” quando si pronuncia in cucina , fa pensare alla bellezza del piatto e non alla scelta del gusto, la quale comprende l’aspetto visuale ma anche moltri altri aspetti:l’olfattivo, il gustativo, il tattile, e perché no ,il sonoro (la croccantezza ad esempio).
Trovo desolante che le teorie culinarie ,e parlo di estetica e non di tecnica, siano rimaste al pensiero “gli alimenti sono buoni quando hanno il gusto di quello che sono”.
Di sicuro la cucina è un laboratorio di sapori che determinano il gusto e non c’è bisogno di un artista per mangiare una mela o un pesce, tali e quali in natura, però se io domando all’artista di prepararmi la “sua” mela o il “suo” pesce, fatti da lui e con un’intenzione estetica a lui propria, avremmo allora  uno stile di mela o di pesce .Ecco  che la cucina diventa un punto d’incontro di idee, trasformando i prodotti e non rispettandoli.
E’ chiaro che la scelta della materia prima diventa importante, la differenza del sapore è quella che determina il gusto assieme alla validità dell’esecuzione . Oggi  i cuochi vivono un caos gastronomico che alimenta analisi, discussioni e porta a maggiore confusione, i tradizionalisti esigono il minor contagio della materia prima , i creativi vorrebbero addirittura la luna.
E’ impossibile pensare che il gusto debba fermarsi a questi diktat, a mio modo di vedere  le cose ,penso che non debbano esistere restrizioni, la cucina deve pensare a 360 gradi i sapori devono essere combinati senza remore in piena libertà, il gusto deve essere il risultato finale di alimenti, consistenze, temperature e tecnica, i mondi gastronomici devono interagire, non esistono più le barriere tra dolce e salato, caldo e freddo, le sequenze sono impostate a seconda delle idee e tutto ciò che ne consegue porta…. all’estetica .
Preferisco lo chef che parte da un sentimento, un’emozione e cerchi di conseguirle nella maniera più semplice, e questo sentimento e questa emozione sono in rapporto con il gusto e determinano la voglia di espressione dell’artista che fa partecipare il cliente ad un aspetto intimista  dato da una cucina soggettiva e non oggettiva dove l’aspetto commerciale rovina la creatività ed il pensiero estetico.

2 commenti:

  1. Condivido in pieno la tua idea MASSIMO. Meglio un piatto "esteticamente" non al top ma che però da emozioni mangiandolo e si percepisce il lavoro dietro. all' estetica ci si può sempre lavorare con il tempo al gusto quello no. se usi materia prima scarsa puoi essere il "Picasso" dei fornelli che comunque quel piatto sarà scarso!

    In Tema di Francesi ....un Famosissimo chef transalpino disse...................la percentuale di un piatto..............
    90% materia prima 5% tecnica 5% creatività del cuoco................

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  2. tutto interessante e condivisibile, ma tornando terra terra sistemare l'orologio del blog no? Non credo che tutti scrivano a queste ore improbabili, e daje Stefano pardon Massimo fai un po' qualcosa....

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