sabato 8 settembre 2012

 A MIO NONNO MICHELE.......

Tu e lui, un tavolino sul mare, due bicchieri di vino davanti e parole,parole.
Guardi i suoi occhi e non capisci se ti prende in giro, ti lascia parlare, tu ti accalori ti esalti quasi, lui, tranquillo, ti sorride e mentre lo fa vedi in lui nostalgia, le sue mani callose, quasi profumate di soffritto, piene di  taglietti e bruciature,testimoniano la tua stessa passione, roteano piano a mimare un rituale e allora capisci che ti sta raccontando la sua vita, il suo lavoro.
Una stufa con una piastra rovente, sopra ,tutto il giorno a bollire un pentolone, il fuoco basso, di lato sui banconi in marmo i coltelli viaggiavano veloci, le fruste turbinavano l’aria , un caldo che ti seccava la gola, le teglie a bruciarti le mani se, per caso , ti eri dimenticato il torcione,  l’olio che a temperatura ti dava alla testa con quel suo odore, e tu al caldo facevi saltare carne e pesce, pasta e verdure, e il giorno dopo la stessa cosa, così negli anni.
Ascoltando i suoi racconti ti vedi nel passato, niente paco jet, no abbattitori, frighi ,quello che erano, niente induzione, niente piastre roventi  o forni statici, …….ma come facevano? Poi  lo senti raccontare di quando ha servito quella zuppa di pesce , lasciata a bollire a fuoco basso con tutti i pezzetti avanzati dai tagli per i clienti, che aveva  fatto per il personale del  ristorante,  assaggiata per caso da quel cliente importante che era venuto a salutarlo in cucina, …..bollire a fuoco basso ,questo era il segreto, poi nel tempo i cugini d’oltralpe in dialetto provenzale definirono “bouillabaisse”….e via con altri aneddoti ….i suoi occhi cominciano a stringersi, sarà la luce serale, curioso gli chiedi come mai è diventato cuoco: ero giovane e dalle mie parti si lavorava poco o niente, ho fatto il fagotto e…giù al mare, primo impiego come garzone di cucina, poi la passione mi ha portato ad entusiasmarmi al lavoro, ho costruito una famiglia , provato emozione nel vedere i figli crescere,  è come costruire un menu, pensi, valuti, crei,il tutto in maniera spontanea, sempre pronto ad imparare da tutto quello che ti circonda,……
I miei occhi si stringono, sarà la luce della sera , oppure quelle cipolle che pelate danno fastidio, mi alzo e vedo che lo chef seduto davanti a me non esiste, era solo un ricordo, mi asciugo gli occhi, devo essere allergico alla cipolla o alla luce bassa oppure ai ricordi, quelli dei miei genitori che raccontavano di questa persona che io non ho conosciuto, un uomo che ha trasmesso se stesso alla cucina e alla famiglia, creando una sorta di saga,….mio nonno.

http://youtu.be/2Nf1XhjHopU

3 commenti:

  1. Anche a me le cipolle pelate han dato un po' di fastidio ;)
    E anche io avevo un nonno di nome Michele che non ho conosciuto. Lui, però, faceva il fabbro, ferrava i cavalli delle masserie pugliesi, quelle che oggi sono trasformate per la maggior parte in agriturismi "chiccosi". Sua moglie, però, ovvero mia nonna, era una cuoca incredibile e l'ho conosciuta. Mi ha fatto amare pietanze che credo non assaggerò mai più come "les escargots" e gli uccellini. Ricordo che a sei anni mangiai gli uccellini e li trovai così delicati, rosolati ad arte nel vino bianco, che iniziai a stressarla perché li volevo di nuovo. La poveretta girò tutte le macellerie della città, finché riuscì a trovarli. Me li preparò e, a quel punto, non so perché, davanti a quel piatto di uccellini fumanti, mi bloccai e scoppiai quasi in lacrime. Presi coscienza che erano dei corpicini (primo segnale delle mie tendenze vegetariane postume) e lei ci rimase male, anzi malissimo, ma siccome era una grande, non si fece troppi problemi e li mangiò lei. Mia nonna è sempre stato un mistero per me: era completamente analfabeta, ma aveva una abilità in cucina che l'ha portata a lavorare nei migliori ristoranti della città, all'epoca, come la Nannina e il Miramare (li cito perché non esistono più per cui non faccio pubblicità occulta). Chissà da dove le veniva questa dote. Mi spiace solo di non essere riuscita ad assorbire queste preziose conoscenze che nessuno mai potrà più trasmettermi... evidentemente, però, non possedevo le sue doti. In fondo era più comodo mangiare le sue leccornie piuttosto che faticare per prepararle.
    Però forse è grazie a questa passione (tramandata inconsciamente) per la cucina che ho incontrato la mia dolce metà ;)

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  2. Yo're wellcome!

    My better half...si è quasi commosso :)

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