lunedì 3 settembre 2012

punti di vista


Ho sempre cercato di respirare quello che facevo, di entrare quasi in una dimensione diversa che mi permettesse di capire meglio quanto stavo analizzando o provando, un ristorante, una bottiglia, un piatto, e così  via…La mia non era più una critica , ma una sensazione, la stessa cosa che provo quando ascolto della musica o leggo un libro.
Quell’aria che si respira ad esempio in un grande tre stelle francese, “ l’accueil “ dicono loro ed  è vero, perché provi sensazioni strane, emozioni che ti fanno pensare a cose particolari.
Ricordo che molti anni fa , assaggiando un Batar di Querciabella rimasi colpito da una sorta di videoclip davanti agli occhi, con la mente ero in una fattoria dove avevano appena tagliato il fieno, il sole che scemava e i grilli sullo sfondo come colonna sonora. Pazzo , direte voi, no ,solo una maniera diversa di catalogare gusti e profumi, uscendo dalla standardizzazione della critica , il piacere di avere bevuto quella bottiglia è stato particolare , vivo, finalmente non cercavo più gli aggettivi e i modi di dire di sommelier modaioli e borbottoni.
Anche i piatti che si gustano offrono spunti diversi e ci fanno diventare unici nell’interpretarli, fuori anche da una logica che ci segue da anni , dovuta alla solita critica bacchettona che non  permette di sfogarci in maniera aperta  e quasi filosofica ma ci costringe a stare in un determinato perimetro, quasi a seguire  dettami di dotti sapienti.
Anche il mio lavoro risente di quest’euforia, piatti che nascono dopo una passeggiata in riva al mare, addirittura bevendo una birra con amici in pieno relax riesci a essere da più parti e come un musicista  traduci tutto su carta, ispirato dal momento passato.
Lasciarsi andare , interpretare la vita come fosse un film, questo,credo, è il sogno di tutti e allora proviamoci, usciamo dagli schemi, abbandoniamo quella critica che  serve solo a fare vendere guide, a creare non più chef ma “pubblic relation “ che venderebbero l’anima per avere una stella in più, alle amicizie di pelo, quelle che servono per essere qualcuno in questo mondo di arrivisti.
Lo so può sembrare molto ” Johnatan Livingston,” ma chi non vorrebbe essere con lui a volteggiare sopra il mare in una bella giornata di vento?

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